Project Description

Sono andato a rovistare nella soffitta dei ricordi e ho trovato alcuni scritti che vorrei portare alla luce. L’amore per la parola, anche in senso edonistico, non mi è mai mancato così ho raccolto “sine ordine”.

Con questa silloge assumo lo pseudonimo “L’Atreo Minore” e mi avvalgo della mia esperienza per non spiegare perché io scriva. Sia sufficiente che io scriva e basta.

Come gli psichiatri sanno, spesso dalla profonda malinconia scaturisce un violento rigurgito di rabbia verso la propria incapacità a farsi avanti, a farsi valere, a causa di una specie di pudore, di rispetto umano che ha delle componenti di vigliaccheria e di eroismo. Questa situazione porta spesso a guasti incredibili. A me ha portato al mutismo. Redigendo queste brevi note, mi rendo conto quanto sia difficile superare questa barriera, confinato ormai in questa provincia in cui forse non esiste un ambiente “giusto” dove si abbia rispetto verso chi tenti di fare ricerca, dove ci sia polemica intellettuale e quindi stimolo a migliorare.

Con il trascorrere degli anni, mi sono volutamente auto escluso dall’agone letterario italiano, per cui non ho rilevanza per il fatto che non sono Leopardi e che non esisto agli occhi dei più.

Mi rifiuto semplicemente di fare patti con l’establishment e anche se la nostra è l’epoca della comunicazione, la cosa non mi turba più che tanto.

Sono puro e diabolico come lo ero da giovane e considero l’agone un ambito stupido che serve agli statistici per fare categorie e così la religiosità dei premi, la spocchia di certi editori, la irrilevanza dei critici.

Il pensiero dell’uomo non può essere sottomesso a nessun legaccio di qualsiasi natura esso sia e quando il mondo delle idee viene conculcato, come in questo triste periodo, dal liberismo selvaggio, volgare e mercantile, occorre attendere che quell’oscura cappa venga meno e coloro i quali additano nuove vie da seguire per raggiungere una amabile verità quantistica possano rifiatare.

So che si tratta di una battaglia persa nel breve e nel medio tempo, ma non farò nulla per vincere.

E allora perché mi auto-produco? Perché mi piace quello che scrivo, amo l’impaginazione delle mie scritture, l’inserimento dei miei disegni nel contesto. Amo possedere un libro stampato, scritto da me e, più che altro, spero che il mio lavoro dica qualcosa di utile a qualcuno.

Come un letterato sosteneva tempo addietro, nella storia resteranno solo i disinteressati, quelli che sembrano rami secchi avulsi dalla realtà, che perseguono fini che appaiono misteriosi ai più che pensano solo a mangiare, ma che sono utili per ampliare la conoscenza dell’umana “spezie”.

La mia aspirazione va in quella direzione.